Sunday, November 26, 2006

sto sviluppando assuefazione verso una ragazza con capelli corti, farfalle in testa, occhi di colore diverso,ho bisogno della sua sciarpa col suo odore per sentirla accanto e dentro di me e aspetto la mezzanotte per mandarle un messaggio e dopo averglielo mandato posso abbandonarmi a morfeo e mi manda messaggi quando sto per venire e glielo dico e mi risponde ti amo.. una ragazza con capelli prima rossi ora cioccolato e le labbra disegnate che si strugge per un bello e lontano e ha paura di perdere il controllo di se stessa e non vuole ammettere che dipende da qualcuno e quando dice ti amo lo dice in svedese perchè in italiano sarebbe troppo diretto.. una ragazza che per leggere quello che scrive devi usare la lente d'ingrandimento, e non si fida più di nessuno e mi fa star male perchè non so come aiutarla e mi sembra così fragile ma sa tirar fuori le unghie quando serve.. un ragazzo con gli occhi da cerbiatto e le mani terribilmente sexy che impazzisce per i miei fianchi e mi toglie il respiro quando mi mordicchia l'orecchio e porca puttana possiamo non vederci per tre settimane ma invariabilmente finiamo a letto...

ORA. QUESTE. SONO LE UNICHE. COSE. IMPORTANTI

Friday, November 10, 2006

GIORNI COME RASOI, NOTTI PIENE DI RATTI
quando ero molto giovane dividevo equamente il mio tempo tra
bar e biblioteche; come poi riuscissi a provvedere agli
altri miei normali bisogni resta un mistero;
boh, semplicementenon me ne preoccupavo più di tanto
-se avevo un libro o qualcosa da bere allora non pensavo troppo
a tutto il resto - gli scemi riescono a crearsi un paradiso tutto loro.
quando stavo al bar, pensavo di essere un duro, spaccavo le cose,
facevo a botte con gli altri, ecc.
nelle biblioteche era un'altra storia:
me ne stavo zitto, giravo da una sala all'altra,
i libri non li leggevo tanto per intero ma a pezzetti:
medicina, geologia, letteratura e filosofia.
psicologia, matematica, storia, e quelle cose lì mi davano la nausea.
e per la musica ero più interessato alla musica vera e propria
e alle vite dei compositori che agli aspetti tecnici...
comunque, era con i filosofi che sentivo un senso di fratellanza:
Schopenhauer e Nietzsche e,
anche se era difficile da leggere, pure il vecchio Kant;
trovavo che Santayana,
che al tempo era parecchio famoso, fosse fiacco e noioso,
con Hegel invece ti dovevi fare un vero mazzo,
soprattuttose la sera prima avevi bevuto;
c'è tanta gente che ho letto e che mi sono scordato,
e probabilmente non mi sono perso niente,
ma mi ricordo di un tizio che ha scritto un libro intero
nel quale dimostrava che la luna non c'è e ci riusciva così bene
che alla fine tu pensavi,
quest'uomo ha assolutamente ragione,
la luna non c'è.
come poteva un ragazzo degnarsi di andare a lavorare
8 ore al giorno quando non c'era più nemmeno la luna?
cos'altro ti potevano togliere?
e non mi piaceva tanto la letteratura
quanto piuttosto i criticiletterari;
erano dei veri cazzoni, quei tizi;
usavanoun linguaggio raffinato, a suo modo splendido,
per dire agli altri critici, agli scrittori,
che erano dei rottinculo.
mi rincuoravano.
ma erano i filosofi che soddisfacevanoquel bisogno
che si celava da qualche parte nella mia testa confusa:
immergendomi nei loro eccessi
e nel loro farraginoso vocabolario,
spesso mi incantavano
saltavano fuori con affermazioni azzardate infiammate
che mi sembravano verità assoluta
o maledettamente vicine alla verità assoluta,
e questo tipo di sicurezza
era quello che cercavo per la vita di ogni giorno,
che assomigliava molto di più
a un pezzo di cartone.
quei tizi erano dei grandi,
mi hanno fatto sopportare
giorni come rasoi e notti piene di ratti; mentre le donne
tiravano sul prezzo come banditrici venute dall'inferno.
i miei fratelli, i filosofi, loro mi parlavano come nessun altro
per strada o in giro aveva fatto mai;
riempivano un vuoto immenso.
che bravi ragazzi, oh, davvero dei bravi ragazzi!
eh sì, le biblioteche sono state utili;
ma nel mio altro tempio, nei bar, era un'altra storia,
più semplificata, le parole e i comportamenti erano
diversi...i giorni in biblioteca, le notti al bar.
le notti erano simili, hai qualcuno seduto vicino,
e magari non è neanche un tipo cattivo,
ma a me non ispira per niente,
c'è un'orribile aria di morte lì dentro
- penso a mio padre,ai miei professori, alle facce che stanno sulle monete
e le banconote,ai sogni popolati da assassini con occhi spenti;
be',in un modo o nell'altro io e questo tizio prendiamo a scambiarci delle
occhiate,una rabbia violenta inizia lentamente a montare
: siamo nemici, cane e gatto, prete e ateo, acqua e fuoco;
la tensione cresce,mattone su mattone,
in attesa del crollo;
le mani giunte e poi sciolte,
beviamo, adesso, finalmente abbiamo uno scopo:
si gira verso di me:
"amico, c'è qualcosa che non va?"
"come no, sei tu".
"e ci vogliamo fare qualche cosa?"
"sicuro".
finiamo di bere,
ci alziamo,
e usciamo sul retro delbar, fuori nel vicolo;
ci giriamo e siamo uno di fronte all'altro.
io gli dico: "tra noi due non c'è altro che questa distanza:
a te ti va di
eliminarla?"l
ui mi si getta addosso
e in qualche modo è soltanto una parte della parte della parte.

LORO E NOI

stavano tutti fuori sulla veranda
a chiacchierare:
Hemingway, Faulkner, T.S. Eliot,
Ezra Pound, Hamsun, Wally Stevens,
E.E. Cummings e qualcun altro.
"senti", disse mia madre, "puoi
dirgli di starsi zitti?"
"no", dissi io."
stanno dicendo solo fesserie", disse mio
padre,
"dovrebbero trovarsi un lavoro".
"ce l'hanno un lavoro", dissi
io.
"un accidenti", disse mio padre.
"esattamente", dissi io.
a quel punto Faulkner entrò
dentro barcollando.
trovò il whisky nella
credenza e se lo portò
fuori.
"una persona tremenda"
,disse mia madre.
poi si alzò e sbirciò fuori
in veranda.
"c'è una donna con loro"
,disse lei, "solo che sembra un
uomo".
"è Gertrude", dissi io.
"c'è un altro tizio che sta facendo vedere i
muscoli", disse lei, "dice di
poterli battere a tre a tre".
"è Ernie", dissi io."
e lui", mio padre mi indicò,
"vuole essere come loro!"
"è vero?", chiese mia madre.
"non come loro", dissi io, "ma uno di loro".
"trovati uno stramaledetto lavoro",
disse mio padre.
"statti zitto", dissi io.
"che?"
"ho detto, 'statti zitto', sto ascoltandoqueste persone".
mio padre guardò sua moglie:
"questo non è figlio mio!"
"spero di no", dissi io.
Faulkner entrò di nuovo nella
stanzabarcollando.
"dov'è il telefono?",
chiese."a che diavolo ti serve?",
chiese mio padre.
"Ernie si è appena fatto saltarele cervella", disse lui.
"lo vedi cosa succede alla gente così?",
urlò mio padre.
mi alzai lentamente
e aiutai Bill a trovare il
telefono.

charles bukowski

l'Avvelenata

Ma s' io avessi previsto tutto questo,
dati causa e pretesto, le attuali conclusioni
credete che per questi quattro soldi,
questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni
va beh, lo ammetto che mi son sbagliato
e accetto il "crucifige" e così sia,
chiedo tempo, son della razza mia,
per quanto grande sia, il primo che ha studiato...
Mio padre in fondo aveva anche ragione
a dir che la pensione è davvero importante,
mia madre non aveva poi sbagliato
a dir che un laureato conta più d' un cantante:
giovane e ingenuo io ho perso la testa,
sian stati i libri o il mio provincialismo,
e un cazzo in culo e accuse d' arrivismo,
dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta...
Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi,
chiedo scusa a vossìa,
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni,
si possa far poesia; io canto quando posso, come posso,
quando ne ho voglia senza applausi o fischi:
vendere o no non passa fra i miei rischi,
non comprate i miei dischi e sputatemi addosso...
Secondo voi ma a me cosa mi frega
di assumermi la bega di star quassù a cantare,
godo molto di più nell' ubriacarmi oppure a masturbarmi o,
al limite, a scopare... se son d' umore nero allora scrivo
frugando dentro alle nostre miserie:
di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo...
Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone,
io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista, io ricco,
io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale,
negro, ebreo, comunista! Io frocio, io perchè canto so imbarcare,
io falso, io vero, io genio, io cretino,
io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino,
voglia di bestemmiare!
Secondo voi ma chi me lo fa fare
di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?
Ovvio, il medico dice "sei depresso",
nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.
Ed io che ho sempre detto che era un gioco
sapere usare o no ad un certo metro:
compagni il gioco si fa peso e tetro,
comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!
Colleghi cantautori, eletta schiera,
che si vende alla sera per un po' di milioni,
voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni...
Che cosa posso dirvi? Andate e fate,
tanto ci sarà sempre, lo sapete, un musico fallito, un pio, un teorete, un
Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!
Ma s' io avessi previsto tutto questo,
dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,
mi piace far canzoni e bere vino,
mi piace far casino, poi sono nato fesso
e quindi tiro avanti e non mi svesto
dei panni che son solito portare:
ho tante cose ancora da raccontare
per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!

f.guccini

(PER LARA)
I colli dei cigni splendono alla luce
e mille barbagli trafiggono le palpebre
il fuoco che bruciò Roma è solo sprazzo.
Così mi incendi.
Con bugie di suoni mi possiedi.
E' stato molto bello finisce la tarda estate.
E' stato molto bello si prolungano le ombre oltre la sera.
Non domandarmi dove porta la strada seguila e cammina soltanto.
Io non invecchio niente più mi imprigiona.

Catullo mi ha detto..

povero Catullo...smettila di essere così scemo...ciò che è morto, consideralo definitivamente perduto. tempo fa brillavano per te i giorni luminosi, quando andavi dove lei ti portava...amata da me come nessuna sarà mai amata...in quelle situazioni nascevano giochetti d'amore, che decidevi tu e che lei non rifiutava.
davvero brillavano per te i luminosi giorni, ma ora ormai lei non ne vuole più sapere. e anche se tu non riesci a resistere, non volere!
non inseguire colei che scappa e non viver più da infelice!
ma con mente salda tieni duro..
ciao piccola, ormai Catullo è deciso. non ti verrà a cercare, non ti chiederà nulla che tu non voglia.
ma tu soffrirai quando non ti cercherò più? poveretta, che vita ti rimarrà, chi verrà da te, per chi ti farai bella? di chi sarai l'amante?
a chi mordicchierai le labbra?
sigh...ma tu, Catullo, tieni duro..
COMUNQUE VADA SARA' UN SUCCESSO

SE NON SARA' UN SUCCESSO SAREMO VIVI

SE NON SAREMO VIVI NON SARA' UN PROBLEMA NOSTRO

Thursday, November 02, 2006

che palle...'sti quattro giorni di vacanza se ne sono andati così velocemente che non ho fatto in tempo neanche a GUARDARLI IN FACCIA... roba che mi sembra di aver dormito tutto il tempo...
e ora si ritorna a scuola...GRAZIE AL CIELO (!!!!) siamo di sera... io e Lara abbiamo un conto in sospeso con la grotta del cortile...prima o poi faremo quella cacchio di foto!
in questo periodo sto ascoltando tantissimo Battiato...ogni tanto mi fa entrare in paranoia però certi testi sono pura poesia...
...

cazzarola che sonno...stamattina mi sono svegliata a mezzogiorno e un quarto...e mi sto addormentando! mi servirebbe uno di quei TOBACCO di homer (puntata di oggi :D )
che scazzo.. beh ora vado a mangiucchiare qualcosa... spero di non addormentarmi lungo la strada...

Wednesday, November 01, 2006

e buonanotte a tutti i sognatori...

...e ti vengo a cercare...

E ti vengo a cercare
anche solo per vederti o parlare
perché ho bisogno della tua presenza
per capire meglio la mia essenza.
Questo sentimento popolare
nasce da meccaniche divine
un rapimento mistico e sensuale mi imprigiona a te.
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
fare come un eremita che rinuncia a sé.
E ti vengo a cercare
con la scusa di doverti parlare
perché mi piace ciò che pensi e che dici
perché in te vedo le mie radici.
Questo secolo oramai alla fine
saturo di parassiti senza dignità
mi spinge solo ad essere migliore con più volontà.
Emanciparmi dall'incubo delle passioni
cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male
essere un'immagine divina di questa realtà.
E ti vengo a cercare
perché sto bene con te
perché ho bisogno della tua presenza


"...e mi sei venuta a cercare...quando più ne necessitavo grazie di regalarmi questo pianto così ambiguo"